sabato 28 gennaio 2012

A volte dico stupidaggini…ma non ne dico mai quando parlo di cura!


Oggi è davvero una buona giornata. Quando dico che è una buona giornata, non vuol dire che io possa camminare o fare chissà cosa. Per me una giornata è buona se la mia spasticità non è troppo elevata, se nella parte inferiore del mio corpo non avverto alcun senso di formicolio, e se non ho dolori forti alle anche. Oggi è successo proprio così, e in questa circostanza ho detto una cosa molto stupida.

Ho detto, “Dio, se facessi in modo che tutte le giornate fossero come questa, ne sarei felice!

Ma sapete una cosa? Era una bugia e sono stato uno sciocco. Lo so io e lo sa anche Dio. Io desidero con tutte le mie forze che il mio corpo torni in possesso delle sue funzioni. La stessa terapia che numerosi scienziati ritengono possibile, e che è dimostrata dagli studi sugli animali, è reale.

Le cose stanno così. Nel secondo in cui sarò libero dal dolore e dalla spasticità, magari grazie all’aiuto di alcuni farmaci, vorrei rientrare in possesso delle funzionalità della mia vescica e del mio intestino, e della mia capacità sessuale. Dopo che mi sarò stancato di fare semplicemente la pipì come tutti gli esseri umani, vorrei camminare di nuovo. Non sono egoista. Non si tratta di “non essere soddisfatti” di ciò che si ha. Fa parte della natura umana voler fare progressi, soprattutto quando la scienza dice che è possibile farli.

Spesso ci vengono raccontati i grandi passi avanti che sono stati compiuti nel mondo delle paralisi. Il destino delle persone paralizzate prevedeva una morte abbastanza precoce; la persona affetta da paralisi era vittima di costanti infezioni alla vescica, che la portavano alla morte. Ma adesso questi fattori sono sotto controllo.

Quante persone non affette da paralisi sono felici unicamente perché non sono morte (ad eccezione di mia madre che mi direbbe sempre di essere contento per il solo fatto di essere vivo) o perché non sono state colpite da un’infezione alla vescica?

Queste conquiste non possono definirsi concrete solo perché siamo vivi nel momento in cui, invece, fondamentalmente ci viene detto di “tacere, rimanere seduti, e smettere di sperare di trovare una terapia”.  Sarebbe come dire alle persone non affette da paralisi di non aspirare a nulla, e di accontentarsi di ciò che hanno. La società umana non si sarebbe mai evoluta se tutti avessero assunto quest’atteggiamento.

Mi fa pensare ai sondaggi (stupidaggine #1stupidaggine #2, la più grande stupidaggine) sui quadriplegici e sui paraplegici, portati avanti dagli oppositori (ebbene sì, uso la parola OPPOSITORI) di qualsiasi cura, ogni volta che diciamo di voler camminare.

I risultati dicono che la maggior parte dei paraplegici considera una priorità il recupero della funzionalità sessuale, intestinale e vescicale, in quest’ordine, NON la capacità di camminare. Ma sapete, nel momento in cui raggiungiamo tali traguardi, poi vogliamo camminare.

Secondo il sondaggio per molti quadriplegici la priorità è respirare senza un tubo, NON il recupero della funzionalità delle mani. Ma vi garantisco che nel secondo in cui riusciranno a respirare autonomamente, non si accontenteranno e vorranno muovere le loro dita, fare la pipì a comando, E correre una maratona.

Questi sono esempi della nostra 'arroganza';)

Se non siete affetti da una paralisi e state leggendo questo post, chiedetevi: siete contenti per il solo fatto di poter respirare?

Questi sondaggi/studi, realizzati dalle fondazioni per le persone paralitiche, hanno comportato un DISPENDIO di denaro, e suggeriscono a noi e agli scienziati come dovremmo impostare la differenza tra persone paralizzate e non-paralizzate. Ma questa distinzione non fa parte della natura umana.

Le persone non affette da paralisi possono camminare, quindi perché sono stati inventati oggetti che ci consentono di nuotare come i pesci e volare come gli uccelli?

Chi non è affetto da cecità totale riesce a vedere, quindi perché sono stati inventati dispositivi che ci permettono di vedere a milioni di chilometri di distanza nello spazio?

Sapete?

 Gli inventori spesso venivano definiti pazzi, e si sentivano dire che le loro invenzioni non avrebbero mai funzionato.

E queste stesse parole sono confermate da ogni fondazione a sostegno dei paralitici, che ci dice di essere felici per il solo fatto di non essere morti, perché è impossibile trovare una cura per la nostra malattia, e coloro che provano a scoprirla sono fuori di testa.

Questo non è vero, la scienza è dalla mia parte in merito a quest’argomento, e non sarò solo io a portare avanti questa battaglia.

Vi lascio con le parole del Dott. Wise Young, pronunciate durante un recente convegno in Nuova Zelanda.

Il Dott. Young è il direttore e fondatore del Centro W M Keck per la Neuroscienza Collaborativa, nonché professore presso la Rutgers, l’Università di Stato del New Jersey. Attualmente sta conducendo sperimentazioni cliniche sulla rigenerazione del midollo spinale.

È un obiettivo realizzabile non soltanto nell’arco della nostra vita, ma nel giro di pochi anni. Credo che possiamo far sì che una persona paralitica guarisca così bene, che nessuno si accorgerà mai che la persona in questione è affetta da una lesione al midollo spinale. A mio parere questa è l’essenza di una cura!

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