lunedì 21 marzo 2011

Gli italiani e le loro impalcature



All'inizio c'era Michelangelo e le sue impalcature progettate appositamente che usava mentre dipingeva la Cappella Sistina.

Poi c'era mio padre, disteso sulla schiena sull'impalcatura con una sigaretta che gli sporgeva dalla bocca, mentre applicava le greche ai soffitti della gente. Ricordo di aver visto un'immagine di Michelangelo sulla sua impalcatura da bambino e che allora mi domandai se mio padre e Michelangelo fossero parenti (allora pensavo che tutti gli italiani fossero parenti).

Se avete mai visto delle greche elaborate sui soffitti, capirete che cosa hanno in comune gli intonacatori e gli artisti; un bel mix di arte e costruzione. Sono cresciuto accanto a tanti artigiani italiani da bambino. Intonacatori, muratori, imbianchini (uno di loro si chiamava davvero Michelangelo), carpentieri, e puoi vedere davvero l'arte dell'Italia nel loro lavoro.

Ora, prima che iniziate a chiedervi se io abbia deciso di rinunciare a una cura per la lesione al midollo spinale e di commentare l'arte o la storia etnico-culturale canadese, lasciate che vi parli di altri due italiani e delle loro impalcature.

I loro nomi sono Angelo Vescovi e Fabrizio Gelain. Di per sé non sono degli artisti, sono ricercatori al Centro di Nanomedicina e Ingegneria dei Tessuti presso l'ospedale Niguarda Ca'Granda, Università di Milano-Bicocca e presso l'IRCCS Casa Sollievo Della Sofferenze, ma tutti abbiamo sentito dell'“arte della guarigione”.

Come sempre, vi darò il link all'approfondimento scientifico, ma vorrei osservare alcuni commenti fatti da questi ricercatori.

Gelain afferma: “Siamo riusciti, per la prima volta, a ottenere una consistente rigenerazione del tessuto nervoso nelle lesioni midollari croniche tramite l'impianto di bio-protesi composite nano-strutturate senza cellule all'interno”. Con l'espressione “senza cellule” si riferisce a cose tipo le cellule staminali e altre cellule derivate dal sangue sulle quali si sta anche lavorando per rigenerare il midollo spinale danneggiato.

Egli prosegue spiegando che: “Di per sé, le impalcature nano-strutturate probabilmente non risolveranno il problema della rigenerazione delle lesioni midollari croniche e acute” afferma Gelain. “Tuttavia diventeranno un componente necessario di una terapia multi-disciplinare efficace nel prossimo futuro”.

Il commento sulla “terapia multi-disciplinare” è quello che mi interessa di più. La mia preoccupazione è che, anche se rispetto davvero gli scienziati e il loro lavoro, non sembra che qualcuno stia coordinando questo impegno “multi-disciplinare”. Ecco perché dobbiamo coinvolgere la gente comune in una cura per la lesione al midollo spinale. Lasciata solo agli scienziati, essi potrebbero tralasciare qualcosa, o essere talmente coinvolti dal loro lavoro da dimenticare che gli sforzi “multi-disciplinari” sono la cosa migliore.

Credo che manchi un maggiore coordinamento dei diversi approcci da parte dei governi nell'ambito generale della ricerca di una cura per la lesione al midollo spinale, e quando dico governo, sapete che mi riferisco al vostro impegno, perché siete gli unici che possono spingere i governi ad agire.

Se il presidente Roosevelt è stato in grado di pianificare una bomba atomica in cinque anni, e il presidente Kennedy è stato in grado di porre la sfida di portare l'uomo sulla luna in 10 anni, allora quello di cui abbiamo bisogno ora è un leader che richieda che tutte queste terapie vengano messe insieme per curare la lesione al midollo spinale adesso.

Non sopporterei che la tecnica delle bio-protesi così promettente di Vescovi e Gelain fosse sprecata per il mondo dell'arte italiana.

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