domenica 19 dicembre 2010

Rotting on Remand e i test della Geron

I stood before the judge that day
As he refused me bail
I knew that I would spend my time
Awaiting trial in jail
I cried there is no justice
As they led me out the door
And the judge said,
"This isn't a court of justice son, this is a court of law."
...I was picked up on suspicion of something I hadn't done
Here I sit in F Wing waiting for my trial to come
It's a cruel unusual punishment that society demands
Innocent till proven guilty, rotting on remand

Ero in piedi davanti al giudice quel giorno
Quando mi ha negato la libertà provvisoria
Sapevo che avrei passato il tempo
Ad aspettare il processo in galera
Ho gridato che non c'è giustizia
Quando mi hanno portato fuori
E il giudice ha detto
“Figliolo questo non è un tribunale di giustizia, è un tribunale della legge”.
… Sono stato arrestato perché sospettato di qualcosa che non ho fatto
Siedo qui nell'ala F aspettando il giorno dell'udienza
È una punizione crudele e insolita quella che la società chiede
Sei innocente fino a prova contraria,  marcisci in prigione in attesa del giudizio


“Quando abbiamo iniziato a lavorare con le cellule staminali embrionali umane nel 1999, molti dissero che ci sarebbero volute decine e decine di anni prima che una terapia a base di cellule staminali venisse approvata per i test clinici sugli esseri umani”, ha dichiarato il Dott.  Thomas B. Okarma, presidente e direttore generale dell'azienda con sede in California.
Pur essendo una pietra miliare nella tecnologia, il farmaco candidato è ancora lontano dall'essere testato e immesso sul mercato. Deve ancora affrontare parecchi anni di test per valutarne l'efficacia, se tutto va bene nelle prime fasi della sperimentazione.
 



So esattamente come si sente il protagonista della canzone. Chiunque si sia trovato di fronte a un dottore e si è sentito diagnosticare una malattia cronica può capire il testo di questa canzone.

Nel mio caso, il giorno dopo la mia operazione, il dottore mi spiegò chiaramente che ero paralizzato, ma grazie alle ricerche in corso sulle cellule staminali c'erano buone possibilità che in un futuro non troppo lontano si potesse fare qualcosa. Si è rifiutato di condannarmi, sarei marcito in prigione in attesa del giudizio.

Alcuni prigionieri si arrendono. Si rifiutano di partecipare alla vita. Alcuni prigionieri, soprattutto in quei Paesi con più programmi riabilitativi, vanno avanti con le loro vite. Vanno a scuola, scrivono libri, studiano legge, si sposano anche e  godono delle visite coniugali.

Ma tutti i prigionieri, indipendentemente da come decidono di vivere le proprie vite dentro, tutti hanno qualcosa in comune; sono privati della completa libertà, in maniera molto simile a chi soffre di una malattia cronica. Non c'è modo di vivere a pieno la propria vita, puoi solo “usare il tuo tempo con saggezza – costruire il tuo tempo” o “lottare contro il tempo”. In un modo o nell'altro, sei un prigioniero.

Tutte le prove riguardo l'effetto rigenerativo delle cellule staminali sulle lesioni del midollo spinale, la cecità, la SLA, la sclerosi multipla, le patologie cardiache, etc... non servono a niente se non arriviamo alle cure per gli esseri umani. Nel caso delle lesioni al midollo spinale dicono che bisogna andare piano, che non si possono correre grandi rischi perché godiamo di una certa qualità della vita sulle nostre sedie a rotelle. Sì, possiamo avere una certa qualità della vita, proprio come un prigioniero modello, ma comunque continuiamo a marcire in cella in attesa del giudizio.

Ora, non sto dicendo che dovremmo correre dei rischi sconsiderati. Sto solo dicendo che fin tanto che il governo rimane dietro le quinte a gestire l'intero progetto, non dovrebbe lasciarlo nelle mani della Geron e dei suoi investitori (che potrebbero anche andare via se i test non dovessero avere successo). Non sto nemmeno proponendo di correre un rischio grande quanto quello che si temeva durante il primo test della bomba atomica a Los Alamos. Lì erano preoccupati per un rischio davvero enorme.

Uno degli scienziati sollevò la questione della possibilità che la bomba atomica incendiasse l'atmosfera. Un altro scienziato calcolò che non poteva succedere e dopo alcuni studi conclusero che “non era impossibile che l'atmosfera si incendiasse, era solo poco probabile”. Ma la questione non fu mai del tutto conclusa fino al giorno in cui hanno fatto esplodere la prima bomba.

Era un bel rischio, quella storia di far incendiare l'atmosfera, ma sono andati avanti comunque per vincere la guerra.

Dovremmo rifiutarci di diventare prigionieri modello e aspettare pazientemente. Dobbiamo far sentire le nostre voci tutti insieme per vincere la guerra.

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